Teoria e pratica di un museo digitale diffuso
Creare nomi è semplice, più complesso spiegarli. Credo sia importante approfondire i tratti significativi della definizione “Museo Digitale Diffuso”, in queste tre parole dei concetti noti si relazionano in una forma nuova, che va chiarita.
Se la parola “digitale” si fa immediatamente comprendere per la sua connessione con il mondo di internet e delle app mobili e “diffuso” ci fa immediatamente intravedere qualcosa di sparso in una determinata area, “museo”, pur sembrando altrettanto ovvio, si pone come concetto maggiormente sfaccettato.
Un museo, che sia reale o digitale, deve sicuramente conservare un patrimonio (o sarebbe meglio dire “eredità”) e questo deve incrementare nel tempo. Esemplificando con il nostro caso, conserviamo la conoscenza degli elementi fisici, storici, culturali e artistici che concorrono alla nostra costituzione; li incrementiamo perché li inseriamo passo dopo passo nella struttura fruibile e, soprattutto, perché acquisiamo dati ed elementi nuovi man mano che il tempo passa ed il territorio evolve.
Ciò che si conserva va studiato. Il bello di questo concetto è che non si ferma all’oggetto specifico dello studio, infatti ogni cosa ha un suo interesse intrinseco, che ha valore soprattutto se indagato lungo tutte quelle linee che segnano le relazioni con il contesto. Conservo un oggetto o una memoria, la studio e quindi parto per mille ricerche, che si intersecano dandosi senso e sostanza vicendevolmente. È un cammino articolato e senza una vera fine, un percorso che va comunicato: il museo è anche strumento di formazione.
Se la ricerca è multidisciplinare, perché è un cammino in un territorio senza confini fatto di geologia, archeologia, storia, botanica, sociologia, arte…, ugualmente deve esserlo la formazione. Intersecare varie discipline ed osservare un fenomeno sotto più punti di vista ci fa scoprire più cose ed altrettanto ci fa imparare più approfonditamente ciò che è studiato.
Ogni fenomeno è un pacchetto di informazioni, accessibili solo grazie alle relazioni che intercorrono con gli altri fenomeni e più se ne individuano, più si amplia la conoscenza ed il nostro orizzonte.
Il nostro museo, che si impegna a rispondere a tutti i punti teorici qui esposti, si pone un altro obiettivo: conservare, studiare e comunicare con una prospettiva evoluzionistica. L’evoluzione è il mutamento osservato lungo la linea del tempo e l’importanza di questo sta nel fatto che si possono individuare i percorsi fatti da quelle relazioni di cui si parlava. Quindi non più un’ottica puntuale ma dinamica nella concatenazione dei vari nodi del cammino, che dia una posizione salda da cui analizzare il passato e ipotizzare il futuro.
Un museo, infatti, ha un doppio valore concreto per il luogo in cui nasce: aiutare la formazione della cittadinanza; incidere nelle attività e nell’indotto economico.
Sì, perché con la cultura si mangia, la cultura non è solo un passatempo per ricchi.
Quello del Delta del Tevere vuole essere uno strumento per tutta la collettività, che conservando e valorizzando la nostra storia, il nostro ecosistema, l’arte, la società e la memoria può rendere più forte ed attrattivo il territorio, ponendo, così, una materia prima più ricca e malleabile nelle mani di imprese e istituzioni.
La consapevolezza di se e del proprio territorio offre mille stimoli di progettazione e la grinta necessaria per portare a casa i risultati!
Riflessioni portanti del nostro modello di attività
La coscienza è esperienza e memoria. È tramite la coscienza individuale e condivisa che riusciamo a prendere scelte, nonché creare e progettare la nostra società.
In conseguenza di questo siamo portati a definire le attività di ricerca storica, archeologica e delle altre discipline ad esse funzionali come un elemento vitale ed una pietra angolare della società in cui viviamo.
Stante questa premessa che consideriamo valida in senso ampio e generale, si analizza il contributo e l’attività di Tenda dei Popoli, organizzazione da sempre fondata sui principi del Commercio Equo e Solidale.
Il Commercio Equo e Solidale è una proposta economica basata sulla produzione e la commercializzazione senza sfruttamenti (al plurale per indicarne i molteplici aspetti), questa è orientata, quindi, al benessere complessivo, alla dignità ed alla libertà di ogni persona, per questo, con tutto ciò che ne consegue, possiamo definirla una economia di stampo umanista. Mettere al centro la persona, la sua dignità, il suo benessere e la sua libertà implica l’accoppiamento del lato socio-economico con quello formativo-culturale; i documenti che definiscono e preservano i diritti della persona mettono questi aspetti sullo stesso piano.
Sulla base delle più recenti ricerche scientifiche si è provata l’importanza delle comunità native nella gestione e nel rafforzamento della biodiversità, il ruolo del Commercio Equo e Solidale, quindi, proprio perché ha un effetto positivo e diretto sulle comunità dei paesi più poveri, è di per se funzionale ed importante nel sostegno all’ecosistema. L’inevitabile attenzione a tutti gli aspetti della sostenibilità deve essere declinata tanto in proiezione globale, tramite i progetti con i produttori, tanto in proiezione locale. Il secondo caso passa attraverso le azioni di valorizzazione della memoria, del territorio e del rapporto coevolutivo tra questo e le società che lo hanno vissuto. Il Museo Digitale Diffuso del Delta del Tevere è lo strumento individuato da Tenda dei Popoli per svolgere al meglio questo aspetto, come precedentemente detto, ontologicamente legato al Commercio Equo e Solidale.