Agostino è un retore di fama crescente, vive, studia e insegna in nordafrica: Tagaste, Ippona e Cartagine.
Nella mobilità tipica dell’Impero Romano – anche del IV secolo – viene chiamato a Milano; riceve la cattedra di retorica grazie all’incarico imperiale di Valentiniano II. E’ una avventura che affronta autonomamente in distacco dalla famiglia, lui intellettuale e pensatore ormai manicheo sente un contrasto netto con la madre (il padre Patrizio muore presto) sentitamente cristiana; con una scusa riesce a partire da solo, lasciando madre e fratelli. Nel 383 passa per i porti di Porto e Ostia e quindi va a Roma, da qui prosegue il viaggio per Milano dove giunge nel 384.
Monica, colpita da quanto avvenuto, segue alla ricerca del figlio, che riuscirà a raggiungere a Milano. Cristiana, con una benevola voglia di portare il figlio su quella che lei ritiene la giusta via, riesce a far entrare in contatto Agostino con un altro gigante della Chiesa odierna: Ambrogio. Un futuro santo che crea un altro futuro santo. Questo incontro stimola l’intelletto raffinato di Agostino tanto da portarlo alla conversione; sarà battezzato durante la veglia pasquale del 387.
Qui inizia il biennio che segnerà la sua vita, quella di Monica e quella della comunità ostiense, sì perché giungerà qui sui lidi del delta del Tevere nella tarda primavera del 387.
Ma di questo ne parleremo la prossima volta!
A cura di Tiberio Bellotti su testo di Mons. Giovanni Falbo