La Pasqua cristiana cade in un periodo dell’anno che per molte comunità umane è cruciale. La fine dell’inverno e l’inizio della primavera è l’occasione per festeggiare un momento di rinascita, il sole resta di più nel cielo del nostro emisfero, germogliano le piante, fa più caldo… La rinascita la troviamo nei riti politeisti, spesso legati al mondo agricolo, come, in modo più o meno metaforico, in quelli monoteistici. E non solo!
Ostia in epoca romana era la porta dell’Impero, qui transitavano persone, merci e tradizioni. Ostia era il punto in cui di più si incontravano e contaminavano riti, credenze ed abitudini provenienti dai quattro angoli del Mediterraneo e, a volte, anche oltre. Ma facciamo qualche esempio!
Dalla Frigia arriva il culto di Cibele – chiamata anche Hilaria – che è la Magna Mater, dea della vegetazione e suo figlio Attis. I riti occupavano un primo giorno, dedicato ad Attis, e, dopo una settimana di interruzione, si festeggiava l’intera settimana dell’equinozio dedicata a Cibele.
Arbor intrat è il momento in cui veniva portato al tempio un pino, simbolo di Attis; il Dies sanguinis racconta la morte, attraverso flagellanti che discendono nella tomba; l’atto di ierogamia, il matrimonio sacro tra Madre e Figlio, rappresenta la resurrezione. Questi sono tre momenti altamenti simbolici di questa complessa celebrazione.
Mitra, una divinità con innumerevoli punti in comune con il Cristo, è il fulcro di una religione misterica, tramandataci solo per relata o tramite epigrafi ed iconografia. Un suo punto focale riconoscibile in molte rappresentazioni è il mito dell’uccisione del Toro, evento legato alle conoscenze astrologiche orientali e letto come rito di passaggio e rinascita del Sole.
La Pasqua, intendendo proprio l’origine del nome, è nata in ambito ebraico e fa riferimento ad un tipo differente di rinascita, quella di un popolo che ritrova la sua libertà! La schiavitù in Egitto termina e tramite l’esodo il popolo arriva alla Terra Promessa, dove impone la sua presenza.
La rinascita più evidente la troviamo nella Pasqua a cui la maggior parte di noi è ancora abituato, quella della resurrezione del Cristo morto in croce…
Beh… in qualche modo potremmo dire Buone Pasque a tutti!
A cura di Tiberio Bellotti