Cosa succede se Ostia è sotto assedio?
Hieronymous Cock! Che qui in Italia era chiamato Ieronimo Cocca!
Oggi parliamo di questo incisore di Anversa, lì nasce nel 1510 e lì muore nel 1570… E cosa c’entra con l’Italia e nello specifico con il delta del Tevere?
Nel 1549 sarà al servizio dell’Imperatore Carlo V e poco prima era stato due anni a Roma, di cui fa alcune tavole di estremo interesse. Mettiamo insieme queste due cose:
- Carlo V pochi anni dopo, nel 1556, abdica e divide gli immensi territori tra il regno di Spagna (comprendente anche gran parte d’Italia, i Paesi Bassi – e quindi anche Anversa… – e i territori d’oltre oceano), che va a Filippo II e il Sacro Romano Impero (comprendente l’Europa centrale), che va a Ferdinando I.
- Filippo II, che tra le altre cose regna sul sud Italia e sui Paesi Bassi, nel 1556 attacca lo Stato Pontificio, alleato dei Francesi.
Ecco che un incisore e cartografo di Anversa e conoscitore di Roma torna decisamente utile. Ci troviamo, infatti, davanti alla rappresentazione del primo assedio spagnolo a Ostia! Nell’autunno 1556 il Duca D’Alba, viceré di Napoli sale a nord e invade lo Stato Pontificio su tutto il fronte che va dal Tirreno all’Adriatico. Uno dei punti caldi è Ostia, che protegge il delta del Tevere e l’ingresso di Roma da mare. Cosa ci fa vedere?
L’area è esattamente la stessa che abbiamo analizzato l’altra volta con Eufrosino della Volpaia e a meno di 10 anni di distanza il contesto naturale appare piuttosto simile. L’area di Castel Fusano ha ancora la vigna ed i casali immersi in un’area piuttosto selvatica, le foci del Tevere delimitano un’Isola Sacra in cui compare un accenno di vegetazione ma non più l’area palustre. Ostia, ben evidente nelle sue fortificazioni, si staglia vicino al meandro, tagliato da un piccolo canale artificiale. La città ha ancora i resti dell’acquedotto romano mentre l’Ostiense non è rappresentata con il passaggio che tagliava in due le saline. L’episcopio di Porto è sempre una grande torre, che ci fa capire la presenza di una piccola area fortificata vicino al bacino dell’antico porto di Traiano, da lì passa la via Portuense.
Finisce qui? No!! Ora allacciamoci le scarpe e iniziamo a camminare, ma attenzione perché dobbiamo muoverci in un territorio in guerra! Siamo saliti da sud con le truppe del Duca D’Alba, abbiamo superato il ponte della via Severiana (che era l’unica via possibile… ma qui non sono rappresentati, né ponte, né via!!) e abbiamo messo i nostri accampamenti nei pressi del canale! Dallo stagno fino alla costa ci sono tende con picchieri e fucilieri al soldo della Spagna, ma in realtà sono in gran parte soldati comandati da capitani di ventura lombardi. Un’altra parte ha seguito il percorso da mare e sono sbarcati dalle galee presso fiumara grande, alcune tende sono poco dopo il meandro del Tevere e dominano a poca distanza il molo di Ostia. In quest’area c’è un gran via vai di truppe, tremila combattenti che si avvicendano sotto le mura della città e della Rocca di Giulio II. Il Duca in questo momento comanda una parte del Tercio coinvolto in queste operazioni per sorvegliare l’ostiense, il Papa potrebbe mandare delle truppe da Roma…
Ora andiamo a sbirciare cosa accade a Ostia.
Dentro sono 114 difensori e sparano bene! Vediamo il fumo dei colpi spandersi dalla Rocca. In campo, invece, gli spagnoli attaccano con ondate di centinaia di persone per volta e, soprattutto, sette cannoni. Chi vincerà? Per scoprirlo segui i nostri articoli e i nostri video!
L’unica cosa sicura è che sulla via Portuense e sulla via Ostiense la gente fugge a gambe levate in direzione di Roma.
A cura di Tiberio Bellotti