Il papato tra guerre e rivolte!
Nel 1254 salì al soglio pontificio Rinaldo dei Conti di Segni, col nome di Alessandro IV. Nipote per parte di madre di Gregorio IX, era stato creato Vescovo di Ostia e di Velletri dallo zio Papa già dal 1231. Alla sua elezione a Pontefice ereditò la guerra che sconvolgeva la Chiesa e l’Italia. Nel 1250 era morto Federico II di Svevia, il più grande nemico del Papato. L’eredità imperiale si divideva ora tra il troppo giovane Corradino, che risiedeva in Germania e Manfredi, figlio illegittimo di Federico, intenzionato a mantenere ed ampliare il suo potere. Dopo aver lanciato la scomunica a Manfredi, Alessandro IV provò in tutti i modi a cancellare la dinastia di Svevia dall’Italia, incitando i sovrani stranieri ad invadere i territori imperiali, con la promessa del riconoscimento e dell’incoronazione papale. Attraverso il pagamento di oneri feudali da parte del re d’Inghilterra, Edmondo, candidato preferito a diventare re di Sicilia, Alessandro poteva disporre di ingenti somme da investire nella guerra contro gli Svevi, ma privo di una direzione dotata di capacità organizzative, le sue azioni si risolsero in disfatte. Scoppiata anche una ribellione repubblicana a Roma, al papa non rimase che fuggire e rifugiarsi ad Anagni e poi a Viterbo. Riuscì a rientrare per poco nella città eterna, ben presto riconquistata dagli alleati degli Svevi, che sfogarono la loro rabbia contro gli avversari filo papali distruggendo ben 140 torri. Frattanto Manfredi nel 1258 fu eletto Re dal parlamento di Palermo con l’unzione di numerosi Vescovi e nel 1260, con la vittoria di Montaperti sconfisse definitivamente il Papato. Molti territori della Chiesa furono quindi occupati e annessi ai possedimenti imperiali.
Coinvolto oltremodo nelle lotte di potere, il pontificato di Alessandro trova luce nel favore mostrato verso gli ordini mendicanti, nella Canonizzazione di Santa Chiara di Assisi e soprattutto nel riconoscimento della realtà delle Stimmate di San Francesco.
Morì a Viterbo il 25 Maggio del 1261 e fu sepolto nel Duomo di San Lorenzo, dopo aver iniziato il processo di Canonizzazione della Patrona locale, Santa Rosa, dei cui resti aveva disposto la traslazione nella chiesa di Santa Maria delle Rose.
a cura di Silvia Grassi