La posta centrale è uno dei simboli più rappresentativi di Ostia, e lo è stato anche a partire dagli anni ’30, quando il centro urbano cominciò a spostarsi verso l’entroterra, in relazione alla nuova centralità assunta dalla via del Mare. Dopo la costruzione della prima autostrada d’Italia e l’aumento dei cittadini di Ostia, non più semplici turisti, si ritenne necessario ampliare i servizi e costruire un nuovo edificio postale. La creazione di una nuova struttura rientrò appieno non solo nello sviluppo urbanistico del litorale, ma anche in quello propagandistico del regime fascista, che in questo modo voleva ribadire la presenza e il pieno controllo dello sviluppo di Ostia.
Dopo aver vagliato varie aree per la costruzione, tra cui piazza Giuliano della Rovere, nel 1933 si decise di realizzare la posta in uno dei lati della piazza, così da mettere in relazione il nuovo ufficio con l’incrocio con la Via del Mare, all’epoca la porta d’entrata di Ostia.
La nuova struttura venne progettata dall’architetto e ingegnere Angiolo Mazzoni su commissione del Ministero delle Poste e Telegrafi. Mazzoni era considerato uno degli esponenti più di rilievo del panorama architettonico italiano; numerosi furono i suoi interventi in diverse città italiane, in cui si dedicò principalmente alla progettazione di edifici pubblici e, nello specifico, agli edifici postali. Essa venne consegnata il 24 agosto 1934 ed entrò in funzione con il nome di Ricevitoria Postelegrafonica di Ostia Lido.
Oggi siamo soliti non dare molta importanza al nostro ufficio postale, ma all’epoca venne realizzato con i migliori materiali a disposizione; le lampade erano in rame, mentre gli interni, le pareti, i pavimenti e i soffitti sono tutti rivestiti in ceramica nei colori verde chiaro, verde scuro, grigio e azzurro. L’importanza della struttura, è ancora più evidente nel grande atrio porticato, dove si trova una vasca circolare a cielo aperto, circondata da un parapetto-sedile in travertino. Il rivestimento della vasca, invece, venne realizzato con mattoni in pasta vitrea azzurra di Murano, novità assoluta nell’utilizzo di tale materiale nell’edilizia. La fontana collocata nel suo centro, realizzata in rame sbalzato e che rappresenta due sirene che sorreggono sopra il capo due calici d’acqua, fu opera dell’artista, scultore e vetraio nativo di Murano Napoleone Martinuzzi. La statua originale fu trafugata negli anni ’50 e successivamente fu distrutto anche l’impianto della fontana e parte dei rivestimenti. Nel 1995 l’architetto Massimo Fazzino, che ha curato un restauro dell’edificio, ha ritrovato a Venezia, il calco in gesso della statua, dal quale è stata realizzata una seconda copia identica all’originale che ora è al suo posto nella fontana.
C’è un’altra peculiarità che caratterizza questo ufficio postale. Mazzoni, infatti, nel 1939 realizzò un’altra architettura pressoché identica a quella sopra descritta, il Chiostro della Fontana nell’Ala Mazzoniana alla stazione Termini (lato via Giolitti).
L’architettura del chiostro della stazione, ispirato all’impluvium tipico della domus romana di età repubblicana, è la copia gemella del porticato delle poste di Ostia e si differenzia da essa per alcuni dettaglio e nell’uso di materiali. Per esempio le colonne con i mattoni sfalsati sono in cotto romano a Ostia e in travertino a Termini. Inoltre, mentre l’edificio lidense gode di accessibilità quotidiana, il Chiostro della Fontana, situato ai piani superiori dell’Ala Mazzoniana, non è aperto al pubblico ed è riservato ai dipendenti della società Grandi Stazioni.
Negli anni, purtroppo, oltre la fontana originale, anche la maggior parte dei preziosi materiali decorativi è andato perso: semplici piastrelle da bagno hanno sostituito la pasta vitrea di Murano nella vasca; le lampade sono oggi in plastica, il travertino è danneggiato, lo zampillo derivante dalla fontana, sostituita da una copia, è ridotto.
La nostra speranza è che, con questo ultimo restauro, la fontana della posta possa tornare al suo originario splendore.
27 Ott 2023