Giulio II, il Papa più ostiense di tutti…
Volitivo, deciso, astuto e privo di scrupoli, il cardinale Giuliano della Rovere fu un potente condottiero, un fine politico e un magnifico mecenate, incarnando perfettamente l’anima della grande stagione rinascimentale.
Nipote del pontefice Sisto IV, ricevette protezione, un’educazione adeguata e soprattutto, giovanissimo, la Porpora Cardinalizia, divenendo a soli 28 anni, titolare di San Pietro in Vincoli (1471). Già durante il cardinalato mostrò doti più consone ad un Principe che ad un uomo di fede, attraverso l’uso disinvolto dell’intrigo politico e dell’abilità militare.
Nominato vescovo di Ostia nel 1483 raggiunse il soglio pontificio nel 1503, partecipando in prima persona alla sua elezione attraverso accordi politici, promesse ed elargizioni di beni. Appena eletto rivelò subito il suo vero volto, terribile e magnifico insieme. Assoggettò alla Chiesa i territori dei Borgia, tradendo gli accordi presi, indisse la Lega di Cambrai alleandosi con i Francesi, Aragonesi e con l’Imperatore contro la Repubblica di Venezia, all’esito della quale la Serenissima perse i domini sulla terra ferma.
Successivamente creò la Lega Santa contro i Francesi, sempre avidi di bottino, indicendo una sorta di Crociata con Spagnoli e Veneziani (ora amici) marciando al grido: ”Fuori i Barbari!”.
Ma questo papa, responsabile in parte della decadenza politica dell’Italia del tempo, ebbe anche un altro volto, quello magnifico e pacifico di grande mecenate. I migliori artisti dell’epoca furono infatti da lui chiamati a Roma a lavorare alla sua corte.
Bramante fu incaricato di progettare il vasto Cortile di Belvedere e aprire un nuovo rettifilo: via Giulia, così chiamata dal nome del pontefice.
Baccio Pontelli riorganizzò le strutture militari difensive, tra cui il Castello di Ostia Antica detto, appunto, Rocca di Giulio II.
Nel 1506 fu posata la prima pietra della nuova Basilica di San Pietro.
Nel 1508 Raffaello dette inizio alla decorazione ad affresco delle stanze dell’appartamento del Pontefice.
Infine come non ricordare Michelangelo a cui fu affidato il progetto della tomba di Giulio II a San Pietro in Vincoli, con il famoso Mosè, per poi passare all’opera ciclopica della decorazione della Cappella Sistina.
Alcuni fra i più grandi capolavori del Rinascimento sono stati commissionati da questo papa discusso e discutibile, che gli scismatici di Pisa definirono “ Sodomita e Corruttore della Chiesa”.
Giulio II morì improvvisamente nel 1513 senza veder ultimato il grandioso sepolcro commissionato a Michelangelo.